Il mio nuovo primo giorno di scuola

Oggi inizia una nuova avventura, una di quelle con la “A” maiuscola, perché diventerà parte significativa del mio vissuto e del mio percorso professionale. Mi trovo al Villaggio Globale a Bagni di Lucca, un luogo che ho già conosciuto (ed amato) questa estate in occasione di un corso di formazione – chiamato Progetto Gaia – rivolto all’insegnamento della mindfulness psicosomatica nelle scuole. Ebbene, cosa mi ha riportato nuovamente qui in Toscana?

Ve lo spiego subito: sono al mio primo giorno di scuola di counseling, una disciplina che mi consentirà di acquisire nuovi strumenti e competenze per favorire la soluzione a disagi esistenziali o relazionali delle persone. Il compito del Counselor non è la terapia, ma l’educazione, la prevenzione e la possibilità di fondare una relazione d’aiuto. Il fine non è “psicoanalizzare” o imporre delle soluzioni o delle direttive ma si impara ad aiutare le persone a trovare dentro di sé il meglio che ci si possa permettere in un determinato momento.

Questo significa enfatizzare il dialogo, l’ascolto, la sensibilità, l’empatia, l’accoglienza, … ovvero qualità che portano con sè potenti strumenti per lo sviluppo del benessere naturale e profondo, insite non solo nello yoga, ma nel counseling stesso. Spero che questa scuola mi permetta di fare un salto di qualità nell’acquisire determinate tecniche di facilitazione e di aiuto che accompagneranno la persona ad esplorare i propri vissuti, i contenuti mentali ed emotivi alla base dei disagi e delle malattie del nostro tempo, quali ansia, insicurezza, stress, depressione, malinconia, ….

Il Counseling, essendo un metodo di aiuto basato sull’ascolto, si sposa bene con la filosofia e la metodologia dello yoga. Per me come insegnante di yoga non è un andare oltre ma con. Proprio come lo yoga mi insegna. Tutti noi abbiamo necessità di ampliare la nostra mappa cognitiva, senza chiuderci nella visione di un’unica prospettiva: soltanto così sarà possibile percorrere e scoprire l’autentica Via (Dharma) e suonare la canzone per cui siamo venuti al mondo.

Auspico tre anni intensi, impegnativi e costosi in termini economici e di tempo: sarò per molti fine settimana lontano dalla famiglia; ma sono convinto che questi sacrifici mi ripagheranno sul piano umano oltre che professionale, farò un grande lavoro su me stesso ed amplierò la mia rete di conoscenze con nuovi docenti e nuovi ‘compagni di scuola’.

Buona fortuna a me!

Una nuova stagione alle porte: i nuovi orari di yoga ad Acqui Terme per l’autunno 2018

Ben ritrovati ai vecchi studenti e benvenuto ai nuovi. Ecco qui gli orari dei nuovi corsi, che cominceranno il 17 settembre alla Yogam Farm di Melazzo e proseguiranno – a partire dal 1° ottobre – nel nuovo studio di yoga ad Acqui Terme, in via Nizza 80.

Programma delle lezioni di yoga 

Giorno Orario Stile
Lunedi​ 1830 Yoga principianti
2000 Vinyasa flow / Yin Yoga
Martedi 1300 Vinyasa flow / Yin Yoga
1900 Hatha yoga
Mercoledì 1030 Yoga principianti
1830 Hatha Yoga
Giovedì 1830 Prana Yoga
2000 Vinyasa flow / Yin Yoga

Le lezioni hanno una durata di 1 ora e un quarto circa.

E’ possibile che durante l’anno si aggiungano nuovi orari o modifichino gli esistenti, a fronte delle richieste degli allievi.

Ecco una piccola descrizione degli stili di yoga proposti.

Principianti: corso studiato per coloro che si avvicinano per la prima volta a questa pratica millenaria e per coloro vogliono tornare a praticare ‘con gli occhi del principiante’. Grande attenzione è riposta nella connessione tra il movimento e il respiro. Adatto a tutte le età… non è mai troppo tardi per iniziare! Andremo a stimolare prima di tutto il corpo e, attraverso il suo controllo, potremo avere un impatto più o meno grande sulla nostra mente, sulle nostre emozioni e sulla nostra energia.

Hatha Yoga: si tratta dello stile di yoga piú tradizionale e classico. L’intento è quello di approfondire gli Asana e trovare il comfort nelle innumerevoli posizioni. Approfondiremo il concetto di (ri)equilibrio della parte fisica, emotiva, mentale, energetica e spirituale. Una pratica rilassante e terapeutica, consigliata a tutti.

Vinyasa Flow: approccio più dinamico rispetto al precedente ma sostenibile per tutti. La sessione prevede un flusso di posizioni concatenate l’una all’altra, seguendo un ritmo ed una sequenza che cambiano di volta in volta. Consigliata per coloro che vogliono aumentare la flessibilità, la forza e l’equilibrio. Sperimentazione, accettazione dei propri limiti e sviluppo delle proprie potenzialità sono gli elementi cardini di questa pratica di yoga dinamico. Nel corso dell’ultima settimana del mese verrà eseguita una pratica riequilibrante di Yin Yoga (il cui focus non è tanto lo sforzo e la tensione muscolare dell’Asana, quanto la distensione e lo stiramento dei tessuti connettivi).

Prana Yoga: l’intento della lezione è quello di approfondire due elementi molto importanti dello yoga, il Pranayama (insieme di tecniche di controllo ed espansione del respiro) e i Mudra (sigilli/gesti con le mani), spesso tralasciati durante la lezione di yoga moderno. Adatta a: coloro che vogliano fare uno step più avanzato della loro pratica; chi vuole apprendere tecniche di respirazione che apportano beneficio nel quotidiano; chi voglia preparare il corpo e la mente alla meditazione. Prima di svolgere le tecniche di Pranayama, prepareremo il corpo eseguendo una breve sessione di Asana.

Partecipa all’inaugurazione del nostro nuovo studio yoga ad Acqui Terme. Clicca qui per maggiori info.

Quando lo yoga incontra la macrobiotica. Intervista a Dealma Franceschetti.

Quest’oggi ho l’onore di ospitare sul blog di Yogam Farm Dealma Franceschetti, esperta di macrobiotica, terapista, chef e autrice di diversi libri sul tema. Alcuni mesi fa abbiamo pubblicato una mia intervista su Yin e Yang Yoga ed ora abbiamo invertito le parti…

 

Francesco: Dealma, il termine “macrobiotica” è conosciuto ai più, ma probabilmente in pochi ne conoscono a fondo i suoi principi: ci puoi rinfrescare la memoria?
Dealma: Uno dei principi della macrobiotica a me più cari è la libertà alimentare. So che può apparire strano, perchè la macrobiotica è spesso ed erroneamente conosciuta come un regime alimentare o una dieta fatta di rinunce e privazioni, di cibi permessi e cibi proibiti. Ma la vera macrobiotica è ben altro, è una filosofia di vita, non una dieta. Il fine ultimo della macrobiotica, oltre alla felicità e alla realizzazione dell’essere umano, è la cosiddetta libertà alimentare. Ovviamente non si tratta di seguire un’alimentazione caotica, sregolata e guidata dalla gola, ma di compiere un percorso di consapevolezza,
di ascolto del corpo, di sperimentazione e di ricerca, per arrivare ad un certo punto a non aver più bisogno della guida da parte di insegnanti, esperti, presunti guru, teorie o libri, ma saper ascoltare il proprio corpo, l’unica vera guida affidabile e insindacabile.
F. Non c’è dubbio che il cibo sia terapeutico e, ancor di più, proprio come accade con lo yoga, preventivo: ci puoi raccontare la tua esperienza? In quale contesto ti sei avvicinata alla macrobiotica?
D. Ho conosciuto la macrobiotica durante una vacanza nel 2005 e da quel momento ho iniziato a studiarla nel tentativo di guarire i miei problemi di salute, che non avevo mai risolto con nessuna terapia ufficiale o alternativa. Nel mio caso ha funzionato! Il mio problema principiale, la colite ulcerosa, è andato via via migliorando negli anni, ma sono spariti anche tanti piccoli disturbi ricorrenti, dalla sinusite cronica, alla cistite, alla candida, alla debolezza del sistema immunitario, ai disturbi del sonno e quelli mestruali.

F. Continuando il parallelismo tra le nostre due più care passioni, yoga e macrobiotica, credo che le caratteristiche di entrambe siano l’equilibrio, la speranza e la trasformazione delle proprie vite: sei d’accordo?
D. Assolutamente si, la macrobiotica è uno strumento potente per cambiare la propria vita, per trasformare il proprio corpo e ritrovare l’equilibrio, non solo del corpo, ma anche della mente e delle emozioni. La macrobiotica può aiutare a creare un corpo forte e flessibile e una mente calma e concentrata.

F. La macrobiotica si rifà della simbologia cinese dello Yin e dello Yang: quali cibi appartengono a quale categoria?
D. In ogni alimento possiamo trovare un aspetto yin e uno yang, ma possiamo individuare una prevalenza di queste due energie, o meglio una prevalenza nell’effetto che avranno sul nostro corpo. Possiamo dire in generale che il mondo animale è più yang rispetto al mondo vegetale, considerato più yin. L’energia yang ha un effetto tonificante e riscaldante, mentre quella yin è più rilassante e rinfrescante. Distinguere i cibi in yin e yang può essere controproducente, perchè crea categorie fisse, invece yin e yang sono relativi. Ad esempio, il riso integrale è più yang di una carota, ma più yin di un uovo.
Per semplificare è utile sapere che, nel mondo vegetale, i cereali integrali e i legumi hanno un buon equilibro di yin e yang. Possiedono queste energie in forma leggera che nutre il corpo senza introdurre eccessi. Per questo motivo dovrebbero essere alla base dell’alimentazione quotidiana. Le verdure sono leggermente più yin del cereale e del legume, i semi oleosi, la frutta disidratata e quella cruda lo sono un po’ di più. Ma siamo ancora nel campo dei cibi equilibrati, da usare come base dell’alimentazione.
Invece latticini, zuccheri raffinati, farine raffinate, caffè, alcol e per chi vive in un clima temperato anche la frutta tropicale, hanno un’energia yin molto intensa, che alla lunga può indebolire il corpo e la mente. All’interno del mondo animale, la carne, i salumi, le uova e i formaggi stagionati sono molto yang, quindi, alla lunga, possono creare tensione, rigidità e tendenza all’accumulo. Il pesce ha uno yang meno marcato, quindi viene solitamente preferito all’interno di uno stile macrobiotico non vegano. Questa scelta non dipende solo da fattori energetici, ma anche dal fatto che il pesce possiede grassi buoni, a differenza degli altri tipi di cibo animale. Al di fuori del mondo animale troviamo una categoria di cibi dallo yang molto intenso: i prodotti da forno. Quindi anche un vegano rischia di introdurre troppo yang se abusa di pane, pizza, biscotti, crekers, focacce, fette biscottate, ecc.

F. Il prof. Berrino ha dichiarato che la ‘ricetta’ per stare bene oggigiorno è la combinazione tra alimentazione, meditazione e attività fisica. Sei d’accordo? Se si, in che modo s’inserisce la macrobiotica?
D. Verissimo, mi trovo perfettamente d’accordo con il prof. Berrino: la nostra salute passa dalla combinazione di cibo, esercizio fisico e meditazione, ma non solo, perché mancherebbe sempre qualcosa. Il cibo è la base fondamentale perché determina la qualità del sangue, che nutrirà le nostre cellule e formerà tutto il nostro corpo. Del resto si sa, siamo ciò che mangiamo, ma anche ciò che abbiamo mangiato durante la nostra vita, a partire dal concepimento, quindi già da quando eravamo nella pancia della mamma. L’attività fisica stimola il corpo a rimanere in movimento anche all’interno, permettendo quindi di evitare ristagno e accumulo, ma trasmette anche un costante messaggio di “riparazione” e ricambio che ci tiene giovani e sani. La meditazione lavora nello specifico sulla mente e sulle emozioni e dato che corpo e mente sono collegati, è essenziale calmare la mente e controllare le emozioni per avere un corpo sano, ma anche per coltivare un atteggiamento positivo, fiducioso, grato e ottimista nei confronti della vita.

F. Grazie Dealma per questa bellissima chiacchierata. Dove possiamo indirizzare i nostri lettori per conoscere di più sulla macrobiotica e sulle tue attività e pubblicazioni?
D. Il mio blog laviamacrobiotica.it/blog è a disposizione per chi volesse approfondire e sperimentare qualche ricetta. Sul blog è possibile anche trovare due strumenti utili: la consulenza personalizzata e il video corso di cucina “L’Apprendista macrobiotico”, di cui esiste anche il libro in versione ebook e cartaceo, edito da Macro Edizioni. Potete anche seguirmi sulla pagina Fb de La via macrobiotica. Vi aspetto!

Evento: Masterclass di Yin Yoga

Lo Yin Yoga è lo stile di yoga che più di tutti prevede l’attitudine all’ascolto del proprio corpo. E’ consigliato in tutti i casi in cui ci sentiamo affaticati a causa della fretta, della dispersione, degli impegni, dello stress, di allenamenti intensi, di viaggi frequenti, … che comportano un dispendio di energia notevole.

Nello Yin Yoga non ci sono particolari allineamenti, né “regole” da seguire. Il focus non è tanto sullo sforzo e la tensione muscolare dell’asana, ma sulla distensione e lo stiramento dei tessuti connettivi (articolazioni, fascia, …). Si tratta di un tipo di pratica che prevede principalmente le posizioni sedute, i piegamenti in avanti, le posizioni da sdraiati, le torsioni dolci, … da mantenere per diversi minuti (da tre a cinque) in netto contrasto con il Vinyasa Yoga che è, invece, una pratica yang (la polarità opposta, quella che fa riferimento al movimento, alla rapidità, al calore, …).

La MASTERCLASS – 6 maggio 2018 presso La Casa dei Pensanti, Ponzone (AL)

In queste due ore, andremo ad esplorare brevemente i concetti di Yin & Yang, per poi eseguire insieme una lezione pratica di Yin Yoga.

Questo incontro lo dedico soprattutto a:

– Coloro che abbiano piacere di scoprire o approfondire questo stile di yoga e di passare del tempo insieme a belle persone in un posto speciale;- I praticanti di yoga dinamico, perché hanno bisogno di riequilibrarsi con una pratica per certi versi più profonda, essendo più statica e meditativa;

– Coloro che non hanno mai praticato yoga, essendo l’attitudine yin più gentile e lenta rispetto ad altri stili;

– Coloro che per età, limitazioni di vario tipo (incidenti, infortuni, dolori, …), si sentono particolarmente rigidi o hanno perso agilità;

– Coloro che si sentono particolarmente stressati e che necessitano di rallentare i propri ritmi di vita;

– Gli sportivi: lo Yin yoga permette di rilassare la muscolatura, di ‘sentire’ maggiormente il corpo, di aprire le anche, di sciogliere le articolazioni e, in ultimo, di trovare sollievo nella mente.

– Coloro che provengono da tradizioni come il tai chi, qi gong, ma anche dalla mindfulness o da altre tecniche di meditazione, troveranno interessante la combinazione con questo tipo di pratica yoga.

Si raccomanda di

  • Fare una colazione leggera prima della pratica
  • venire vestiti comodi (tuta, leggins) e portarsi una coperta
  • Portarsi preferibilmente il proprio tappetino personale, in caso contrario verrà utilizzato uno a disposizione dell’insegnante

La pratica è adatta a tutte l’età, non esistono principianti o avanzati.

Al termine della pratica, seguirà un pranzo vegetariano, cucinato direttamente dalle cuoche del luogo che ci ospita.

A PROPOSITO, CI TENGO A SPENDERE DUE PAROLE SUL LUOGO: La Casa dei Pensanti – Comunità Val Berrino, Ponzone d’Acqui (AL)

Si tratta di una struttura che fa parte della Comunità San Benedetto al Porto di Don Andrea Gallo. La casa è immersa nella natura, è stata recentemente ristrutturata e rappresenta un luogo particolarmente adatto per l’esperienza meditativa. Ho scelto di svolgere questo workshop in questo luogo speciale perché appoggio da sempre queste attività di inclusione sociale. Negli anni è stata modificata la mission di questo spazio (non essendo più comunità di accoglienza per portatori di problematiche legate alla droga) ma, pur essendo trasformata in “Casa per Ferie”, ha mantenuto saldi i legami e le tematiche della Comunità di Don Gallo.

Per maggiori info, vai sull’Evento che ho creato su Facebook. Il costo per la partecipazione all’evento (pranzo incluso) è di 35 €. Invia la tua conferma di partecipazione a: francesco.molan@gmail.com.

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Yin Yoga mon amour

Lo yoga e i social

Ciao a tutti,

ho avuto l’opportunità di leggere questa interessante presa di posizione sul binomio social & yoga. E’ un argomento su cui dibatto con me stesso e con Barbara ogni giorno, da quando ho deciso di lanciarmi ed essere presente in modo pro-attivo sulla piattaforma Web.

Vorrei coinvolgere tutti i praticanti e soprattutto gli insegnanti della mia Rete: cosa ne pensate? Mi lasciate un vostro punto di vista?

Vi prego di leggere l’articolo e poi il mio pensiero.

L’autrice ha perfettamente ragione quando scrive ‘Percepisco che certi atteggiamenti valicano il confine della comunicazione genuina e sfociano nel puro esibizionismo, rischiando di trasformare una disciplina che mirerebbe a liberarci dalla schiavitù dell’ego in una scuola quotidiana di narcisismo’.

Sono un novellino su Instagram ma ho già elaborato – ahimè – un parere piuttosto netto: si tratta di una piattaforma social con un potenziale enorme ma che, come spesso succede, viene utilizzata in modo esageratamente narcisistico ed edonistico. Il più delle volte in modo ‘illusorio’, grazie a (o a causa di) filtri che modificano tutto il modificabile. Spesso mi chiedo il ‘perchè’ di questa farsa. A dove porterà? In ogni caso, tornando a bomba sullo yoga su Instagram, mi chiedo: possibile che gli utenti debbano andare dietro solo a quello che ‘fa figo’ o a chi assume le posizioni più contorsioniste che ci sono?

Se la comunicazione via web si limitasse solo a questo, sarebbe tutta da buttare nel cesso. Tuttavia, penso che ci sia speranza per tutti quelli che fanno comunicazione etica. Perché sia etica la comunicazione non deve manipolare, ma costituire uno scambio e una relazione con l’altro. Succede questo su Instagram? Chiedo a voi…

Ampliando un po’ il raggio della mia riflessione, sono convinto (se no non lo farei) che lo yoga possa essere comunicato sul web o sui social, tanto quanto è stato fatto in passato sui libri o oralmente. Si tratta di strumenti e ciò che conta è pur sempre il contenuto. (Già dieci anni fa, quando ‘scoprivo’ lo yoga in Messico, mi ero reso conto di quanto lo yoga potesse essere percepito in modo superficiale ed edonistico. A quel tempo non esistevano i social, e solo oggi vediamo gli effetti di questa mentalità, nda).

La diffidenza del mondo yoga sulle nuove tecnologie mi sorprende fino ad un certo punto, considerando l’onda protettiva e conservatrice che investe ogni persona che non vuole accettare il cambiamento. Credo che un buon video, fatto bene, possa essere utile (perché rivedibile un numero infinite di volte) ad uno studente che sta studiando con costanza (non sono questi elementi riconducibili a due Niyama, tapas e svadhyaya?) per imparare un certo passaggio o posizione. Tanto quanto un libro aperto a pagina X che mostra l’asana Y.

Le correnti di narcisismo, vanità e sensazionalismo continueranno a scorrere nei canali dei social media, semplicemente perché fanno parte della funzione mentale che compone la nostra società. Guardate le facce dei nostri politici in TV: non sono anche loro la quintessenza del narcisismo e dell’ipocrisia? Ma a pensarci bene, non sono loro l’espressione della nostra società?

Se osserviamo con occhi aperti, potremo trovare qualcosa di più in quelle foto che ritraggono posizioni a testa in giù. Troveremo una straordinaria celebrazione del corpo, è vero, ma il corpo non rappresenta quel mezzo che conduce all’illuminazione, passando per l’accettazione e il superamento dell’ego?

Per concludere il mio pensiero, non possiamo predicare quanto lo yoga possa essere utile ed applicabile nella vita di tutti i giorni, se poi giudichiamo i meccanismi della vita stessa sbagliati di per sè. Se gli smartphone, i social e quant’altro sono entrati così prepotentemente nella nostra vita, significa che dobbiamo imparare a gestirli, prevenendone il cattivo uso (e ‘curandone’ i dannosi effetti), bilanciando con un’informazione intelligente ed autentica.

PS. Prendetela come una provocazione. L’autrice del blog si limita ai social, ma a dire la verità penso che potrebbe tranquillamente estendere la sua presa di posizione a tutto ciò che ruota all’industria dello yoga: stili di yoga da far drizzare i capelli (ganja, birra, …), ritiri che promettono risvegli in località da urlo, scuole di yoga che sfornano insegnanti di yoga che neanche i panettieri le brioche al mattino, indiani che contano il rotolo di rupie nel taschino sinistro della camicia per le orde di turisti occidentali in visita nei centri spirituali, …

Yoga in gravidanza, la mia storia lunga nove mesi

Sono una massaggiatrice, da sempre alla ricerca del benessere fisico e, ultimamente, soprattutto del benessere interiore. L’Ayurveda e lo Yoga insegnano a prendersi cura di se stessi: in questi nove mesi ho cercato di mettere in pratica i loro insegnamenti, ritagliandomi ancora più tempo per la mia pratica quotidiana e per il mio massaggio settimanale.

Durante tutto il periodo della gravidanza ho dovuto fare i conti con un corpo che, essendo in continuo cambiamento, mi chiedeva sempre più attenzioni.
Non sono mai stata una persona molto flessibile dal punto di vista fisico e ho da sempre riscontrato problemi a causa di un bacino piuttosto chiuso (dovuto ad incidenti, per fortuna non gravi, avuti da bambina); per cui, mi sono impegnata ancora di più per mantenermi flessibile in vista del parto (mi sono fatta seguire anche da un osteopata).

L’aiuto dello yoga e del massaggio in gravidanza

Pratico yoga da 4 anni e, nel pieno della gravidanza, ho capito quanto questa pratica sia essenziale nelle mie giornate. Quando si è incinta, si ha una tale concentrazione su di sé, sui propri bisogni e su quelli del bambino, che è inevitabile imparare ogni giorno qualcosa di nuovo della propria persona.

Sono sicura nel dire che è in buona parte merito di questa disciplina se sono stata così bene durante tutto questo periodo. Come forse sapete già, il massaggio (specie se ayurvedico) aiuta a mantenere uno stato di equilibrio emotivo e a contrastare i problemi di circolazione e vene varicose che si presentano in particolare modo verso la fine dei 9 mesi, quando il peso del nostro bambino inizia a farsi sentire di più. Lo yoga in gravidanza aiuta a mantenere il corpo flessibile, agile e rilassato in vista del parto, ad avere un recupero più veloce dopo il parto e, infine, a rendere flessibile e rilassata la nostra mente in vista dei cambiamenti che ci aspettano.

La gravidanza è un periodo speciale ma dipende da come la vogliamo vivere e come vogliamo apportarci ad essa e al nostro bambino. L’ascolto deve iniziare sin dall’inizio: il periodo è delicato perché gli ormoni sono in subbuglio e gli sbalzi d’umore, l’insonnia, le nausee (io non ne ho avute) e gli aumenti di peso possono renderci molto nervose. Tutto ciò può succedere, ma non per forza. La mente, in questi casi, fa la differenza e se noi impariamo a tenerla a bada, possiamo vivere una gravidanza meravigliosa. Proprio com’è successo a me!

Il rapporto con Francesco

Con questo non voglio dire che non abbia avuto momenti di tensione e paure del cambiamento, anzi… A dirla tutta, anche il mio compagno ha avuto i suoi momenti di ‘crisi’… ma ci siamo aiutati a vicenda ed è stato un continuo crescere personale e di coppia. Con l’aiuto di alcuni libri molto importanti, del consiglio di amici speciali e della nostra pratica giornaliera, abbiamo mantenuto la mente lucida e libera da pensieri superflui; condiviso (altro aspetto molto importante) il più possibile tra noi le nostre emozioni, le nostre debolezze (e le nostre paure) e, a traguardo quasi raggiunto, oggi il bilancio degli ultimi nove mesi non può che essere positivo. Non posso che essere grata a Francesco per essersi dimostrato una persona così presente in questo periodo delicato. Non sarebbe stato altrettanto bello senza il suo costante aiuto!

Essere in gravidanza non significa che si smette di ‘fare cose’

Lasciate che vi elenchi alcune delle cose che ho/abbiamo potuto fare in questo periodo:
Lavorato (adattando la quantità dei massaggi ai miei bisogni).
Seguito un corso di Thai-yoga massage.
Adottato un gatto (mr. Cash) 🙂
Rivoluzionato parte della casa in cui viviamo.
Weekend lungo in Toscana (con concerto di Eddie Vedder a Firenze).
Campeggio.
Camminata notturna con concerto all’alba in vetta.
Gite al fiume.
Vacanza in Sardegna di una settimana, con volo in aereo.
Vacanza in Portogallo e Spagna di due settimane, con volo in aereo a 7 mesi.

Potete provare ad immaginare la famiglia e tutte le loro premure, sul fare o NON fare determinate cose: per fortuna che non ascolto quasi mai! :-). A parte gli scherzi, il punto che vorrei sottolineare è questo: bisogna, semplicemente, imparare ad ascoltarsi. Potete benissimo individuare da sole quello che potete o non potete fare. Il vostro corpo parla con voi e a voi – e il vostro bambino pure. Per cui bisogna prendersi del tempo per stare, conoscere e scoprire se stessi. Niente può guidare di più del nostro silenzio interiore.

Il video tutorial ‘yoga in gravidanza’

YOGA IN GRAVIDANZA-2.png

Clicca sull’immagine o qui per vedere il video tutorial su YouTube.

Quella che troverete qui sotto in questo piccolo tutorial non è una lezione di yoga in gravidanza completa ma sono solo alcuni suggerimenti di asana che potrete eseguire durante tutto il periodo dei 9 mesi: lo scopo di questa pratica non è solo fisico (gambe, schiena, anche, parete pelvica, ecc.): praticare yoga in gravidanza, infatti, permette di focalizzarvi su voi stesse e per capire, in definitiva, quali siano i vostri bisogni primari e ciò che è, invece, superfluo.

Namastè,
Barbara.

Yin Yoga mon amour

Diciamo che, forse, avrei potuto rimanere tranquillo sul divano con Barbara davanti alla crepitante stufa, magari a leggere un libro con Mr. Cash (il nostro gatto) in braccio. Diciamo che avrei anche potuto, ma così mi sarei perso una miriade di opportunità. [Intendiamoci bene: per me stare tranquillo sul divano con Barbara davanti alla crepitante stufa, magari a leggere un libro con Mr. Cash (il nostro gatto) in braccio, è il massimo – tanto più che è inverno e la stufa a legna funziona da dio, Barbara e il gatto sono tanto morbidi e sul divano nuovo c’è spazio per tutti :)].

A parte gli scherzi, l’ultimo periodo è stato per me ricco di novità personali e professionali, e ultimamente la mia pratica giornaliera si è focalizzata su uno stile particolare, quello yin.

Parto da un’esigenza innata del ‘fare’ che mi porta costantemente a plasmare e a costruire le idee o le intuizioni che mi saltano in testa. Ma mi conosco, quando esagero… non tengo più il filo di ciò che faccio. Per me rallentare rappresenta un bisogno tangibile, per questo considero la ‘lentezza’ uno dei valori a cui attaccarsi in questo mondo (yang) così rapido e dispersivo (sfuggente come direbbe il grande yogi imitato da Maurizio Crozza).

Lo Yin yoga rappresenta, a mio parere, quell’elemento fenomenale all’interno della pratica dello yoga che riconduce all’equilibrio, trattandosi dello stile (o, meglio, di un’attitudine alla pratica) che più di tutti prevede l’ascolto del proprio corpo. Ciò che ultimamente sto sperimentando all’interno dei miei gruppi (yoga principianti o avanzati), è la necessità generalizzata di rilassamento delle persone. Un rilassamento attivo, però, non determinato da strumenti fini a se stessi. Sia che si tratti di tensioni muscolari o mentali, di ansia, di fretta, di impegni, di stress, di attività sportiva intensa, di viaggi frequenti, … tutti questi elementi comportano un dispendio di energia notevole e, quindi, la staticità e la lentezza tipiche dello yin ci vengono in aiuto.

Per questo ho deciso di buttarmi in un nuovo progetto che consiste, in poche parole, nel condividere lezioni di yoga, tutorial e corsi online sotto forma di contenuti digitali (video YouTube, guide in pdf, …).

Ho appena creato il mio primo contributo gratuito, che prevede un video lezione di 45 minuti e una guida d’introduzione allo Yin Yoga.

Lo trovate cliccando qui o sull’immagine che trovate all’interno di questo articolo.

Clicca qui per scoprire subito STRUMENTI E STRATEGIE per rilasciare tensioni e ritrovare flessibilità (1)

Fatemi sapere cosa ne pensate, se avete qualche domanda e se posso esservi utile in qualche modo. Sono davvero grato per il vostro supporto, ci tengo molto al progetto e sono felicissimo di condividerlo con voi gratuitamente.

——

Ora, però, ho un favore da chiedervi …
Pensate di poter condividere questa pagina con la video lezione di yoga in italiano con una sola persona nella vostra cerchia sociale? Avete un amico, un familiare o un collega che potrebbe beneficiare di questa lezione di yoga online tanto quanto noi? In tal caso, inoltrate questo articolo e incoraggiateli a partecipare!
Il mio sogno è quello di ottenere il maggior numero possibile di persone che praticano lo Yin Yoga perché credo davvero che abbia il potere di farci stare meglio.

Se siete esperti di social media, vi incoraggio a condividerlo anche su Facebook e Instagram 🙂

Ecco di nuovo il link -> https://francescomolan.wixsite.com/yogam

Grazie e a presto!

Francesco

Lo yoga per bambini e la scuola

Questa settimana hanno fatto scalpore le parole del primo ministro italiano in India, secondo cui si vorrebbe studiare la possibilità d’inserire obbligatoriamente un’ora di yoga all’interno delle ore di educazione fisica a scuola. Mi veniva da sorridere quando alcune persone mi chiedevano: ‘Hai sentito cos’ha detto…” e io che mi limitavo a rispondere ‘Sì’, abbassando però lo sguardo sconsolato, per non aprire discussioni in circostanze non idonee.

Quella che segue è la mia opinione personale sulla faccenda.

Non c’è dubbio che quella concessa ai giornalisti sia una dichiarazione à la Renzi di un uomo messo lì a fare il premier (infatti mi chiedo: se fosse stato in Messico, avrebbe forse dichiarato di voler inserire un’ora di schitarrate tipo mariachi nell’ora di musica?); oltretutto, quante ore sono riservate ad educazione fisica? Immagino molto poche, in una scuola dove anche l’intervallo sembra essere sparito…

Credo che, come al solito, in Italia si sia persa l’occasione per fare dell’informazione seria e per inaugurare un dibattito costruttivo. Leggo articoli in cui giornalisti – che sì e no avranno praticato yoga due volte nella vita per aver ricevuto l’incarico di scrivere il pezzo – si lanciano in dichiarazioni preoccupanti su yoga = religione, lo yoga non è importante, pregiudizi di ogni tipo, eccetera eccetera.

A mio parere lo yoga per bambini nelle scuole non sarebbe necessario se loro fossero già liberi di muoversi, giocare e scaricare le tensioni e le preoccupazioni causate in primo luogo dai loro genitori. Sono d’accordo con un’amica collega quando dice che i bambini sono anime libere, che vivono questa scuola sgangherata come un inno alla disciplina: loro non sanno cos’è la concentrazione, il respiro, il movimento, … tutto ciò lo fanno già, ma senza pensarci! Siamo noi adulti, genitori e non, ad aver bisogno di fare yoga, perchè bisognosi di contenerci nella disciplina, di controllare i pensieri, di ridare vita al corpo, di contrastare gli effetti del vivere da adulti sensibili in una società violenta.

Detto questo, essendo allo stato attuale impossibile prevedere la libertà di espressione per i bambini nella maggior parte delle scuole, sarei assolutamente favorevole ad inserire uno spazio per lo yoga nelle ore scolastiche, ma non riducendo quello per l’educazione fisica, essendo gli ambiti diversi. Magari anche una passeggiata ogni tanto fuori nel verde non gli farebbe male, conosco degli insegnanti molto in gamba che sarebbero d’accordo…

Secondo un libro che leggendo proprio in questi giorni (Balayoga) ogni attività della scuola dovrebbe essere pensata per accompagnare gradualmente il bambino sul sentiero del proprio sviluppo personale. Lo yoga può senz’altro rappresentare un percorso ludico che porta il bambino all’esplorazione del proprio sè. È proprio grazie alla gioia di apprendere che viene favorita, a mio avviso, l’assimilazione di nuovi concetti. Purtroppo com’è attualmente concepita la scuola non vengono favorite la creatività e la libertà di espressione: la mole di giudizi, obblighi e divieti faranno crescere un essere pieno di paura di fallire. 

Questa scuola e questa società ci insegnano sin da piccoli che dobbiamo diventare “qualcuno”, che dobbiamo “lasciare il segno”. Non che ci sia nulla di sbagliato in questo: il fatto è che “nessuno ci insegna a come bilanciare la qualità del fare/cambiare con quella dell’essere/accettare” (Roberto M. Sassone). Non sappiamo come gestire il fallimento e a lasciare che le cose prendano il loro corso. Ed ecco che la pratica dello yoga ci viene in aiuto: per imparare a conoscerci, per accettarci così come siamo e per diventare quello che realmente già siamo.

Pensi che quest’articolo ti abbia aiutato a comprendere un po’ di più sul tema yoga bambini?

Lascia un commento sotto e condividi con me la tua esperienza.

Oggi è un nuovo inizio: mi iscrivo ad un corso di Yoga principianti

Quando viene per la prima volta una nuova persona a praticare Yoga, mi trovo di fronte ad un mistero. Mi chiedo che ne sarà di noi, dove saremo in grado di arrivare. Sarà una persona che si innamorerà dello yoga com’è successo a me? O, al contrario, sarà l’ennesimo ‘cassetto apri e chiudi’ della sua vita? O forse nessuna delle due cose?

Dal primo momento in cui arraffa il tappetino emerge il suo imbarazzo: anche i suoi occhi sfuggenti lo fanno trasparire. “Sai, è la prima volta che faccio yoga”, mi dice un po’ confusa, “sono piena di acciacchi”. Il suo corpo, infatti, lascia trasparire molte cose, più di quello che si immagina e più di quello che rivelano le sue parole. Mi chiedo se riuscirà a passare la prima fase del corso yoga per principianti indenne, perché l’inizio avrà sicuramente un impatto positivo, gli acciacchi miglioreranno e la motivazione sosterrà l’impegno di venire a lezione. Ma è nel medio-lungo periodo che i cambiamenti saranno più evidenti. Secondo l’anatomia medica, nel sangue le cellule vivono 120 giorni: per cui sono necessari almeno quattro mesi di pratica costante per avere risultati importanti.

Cosa si fa in un corso di yoga principianti?

Volendo rimanere sulla “superficie”, attraverso la pratica dello yoga andiamo a stimolare prima di tutto il corpo. Attraverso il controllo del corpo è possibile avere un impatto più o meno grande sulla mente, sulle emozioni, sulla nostra energia e sullo spirito. Ciò che può sembrare singolare è che proprio attraverso la nostra parte più esterna (il corpo, appunto) si palesano le nostre esigenze interiori ed esistenziali. Attraverso una pratica regolare di una o due volte a settimana si manifesta la nostra storia personale, con tutte le sue dinamiche, le emozioni represse e i conflitti. E’ qui che il praticante deve mantenersi costante, nonostante i vari impedimenti e gli ostacoli quotidiani, perché stanno per manifestarsi le percezioni più profonde e le esperienze più grandi.

Lo Yoga è un cammino di trasformazione: ora sei all’inizio, ma nascerà in te via via l’esigenza di una vita più vera in cui la realizzazione non è più legata al compiere azioni, ma all’essere. Poco a poco la percezione del tuo corpo si affinerà e si manifesteranno nuove qualità: crescerà il desiderio di conoscere, di comprendere e di trasformarsi. Di lasciare andare quello che non ti serve più, perché si modificheranno i valori e le priorità del tuo presente e si svilupperà un nuovo senso di partecipazione alla vita e al Divino che c’è in te.

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Mettersi in discussione e imparare lo Yoga

Mettersi in discussione non è facile. Ai nostri occhi la vita ci appare già così difficile che non vale la pena di cercarsi altri ‘guai’. Soprattutto se il sistema di valori e l’idea di noi stessi e di ciò che ci circonda non c’entrano niente con l’esperienza di scoperta proposta dallo Yoga. Naturalmente, non c’è nulla di male in questo. Il mondo è pieno di persone straordinarie, sensibili ed evolute che si sono avvicinate allo Yoga e non l’hanno trovato adatto a loro.

Ma, allora, perché avvicinarsi allo Yoga?

I motivi sono innumerevoli e non basterebbe una vita per elencarli. Lo Yoga è tanto complesso da risultare molto semplice: per conoscere meglio noi stessi; per scoprire le nostre potenzialità ed accettare i nostri limiti. Imparare lo Yoga non vuol dire fare regolarmente delle sedute di Asana, Pranayama o Meditazione; significa, prima di tutto, avere un profondo rispetto per noi stessi e per gli altri, saper ascoltare, osservare, essere presenti nell’istante in cui stiamo vivendo e sviluppare lucidità e bontà d’animo.

L’individuo che, attraverso la pratica costante dello Yoga, toglie i veli o le corazze costruite fino ad oggi, adotta nuove strategie di vita facendo scelte che appaiono paradossali agli occhi di chi segue la convenzione accettata. Bisogna, infatti, essere coraggiosi per intraprendere nuove strade (non convenzionali) e portarle avanti. Lo Yoga è un cammino in solitaria, come del resto si addice a tutte le grandi ricerche individuali, ma di certo non è il nostro obiettivo diventare degli asceti o degli eremiti. Anche perché sarebbe un peccato non condividere la meraviglia che siamo con coloro che ci circondano. La nostra scelta è quella di una vita sociale, di un lavoro, di vivere con una compagna, di avere una famiglia. Si tratta, però, di evolvere dal punto di vista relazionale: a volta ci si ritrova a dover lasciare i “compagni di viaggio” che sono rimasti indietro o hanno intrapreso strade diverse dalla nostra. Sono scelte dolorose, ma bisogna accettare le conseguenze del cambiamento in atto. Pertanto, dovremo affrontare le ostilità del partner, dell’amico, del genitore o del figlio che non comprendono (non ci comprendono) perché il cambiamento che è avvenuto in noi non rispetta le regole in cui essi continuano a credere. Ci ritroveremo, allora, con compagni di vita migliori dei precedenti, ma non perché essi lo siano di per sé: lo sono, perché saremo noi ad esserlo.

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