Se qualche nerd contasse quali (e quante) parole pronuncio durante le mie lezioni di yoga, penso che respiro, inspiro ed espiro, vincerebbero di gran lunga su tutte le altre. A volte mi sembra persino di essere pedante nel ripeterle costantemente: eppure, non c’è dubbio che il respiro rappresenti l’elemento che fa la differenza tra lo Yoga e una pratica di ginnastica o di fitness. Il mio obiettivo è far sì che lo studente limiti le distrazioni e le divagazioni della mente e possa, attraverso dei rimandi gentili che riportano al suo respiro, rimanere ‘agganciato’ alla pratica e al momento presente.
Il respiro, dicevo, diventa consapevole, sentito, vissuto. Senza il respiro, il movimento o la posizione avrebbero unicamente un fine utilitaristico, sarebbero senz’anima. Si parla, allora, di coordinamento tra respiro e movimento: si stabilisce una connessione tra quello che stiamo facendo ed un ritmo vitale sottostante che ci guida e ci sostiene – in parole più tecniche il Prana, tema che, forse, approfondiremo un’altra volta. E’ con questo intento che ci rapportiamo ad un’Asana; non assumiamo la posizione di yoga bruscamente, meccanicamente o distrattamente; non lo facciamo unicamente per raggiungere un risultato (maggior flessibilità, forza, equilibrio, …). Chiediamo, altresì, il permesso al nostro corpo: lo trattiamo con rispetto e dolcezza, prestandogli la dovuta attenzione ed ascolto.
La funzione del respiro è trasversale perché è attiva, alimenta e armonizza tutto il corpo: il respiro è uno strumento importantissimo di consapevolezza. Ma questo vale a prescindere dall’essere sul tappetino o meno. Dovrebbe valere sempre, in ogni circostanza. Tuttavia, ho notato che molte persone non sanno come respirare. Molte volte quando ripeto ai miei allievi di concentrarsi sul respiro, mi chiedono se devono pensare al respiro. Se stiamo nella mente, stiamo sempre o nel passato o nel futuro. Ci sfugge il presente, il qui ed ora. E allora il respiro vola via. Citando le parole di Roberto Maria Sassone ne la sua Ricerca d’Amore, Un ponte tra Reich e Sri Aurobindo “(…) essere non è un fatto razionale. La percezione del corpo è fondamentale per vivere l’esperienza del presente. Essere il corpo non è riduttivo, anzi. Noi siamo il corpo. Ogni battito del corpo o pensiero è possibile grazie al corpo”.
In sintesi, farci guidare dal respiro durante una lezione di yoga significa muoversi secondo un ritmo biologico in sintonia con il nostro vivere, abbandonando ogni forma di esigenza o scopo utilitaristico.
PS. Mi vengono sempre in mente le parole di Jun, insegnante di Yoga statunitense che spesso dice a lezione “there is no breath without movement and no movement without breath”. In inglese queste parole suonano senz’altro meglio che in italiano, ma il significato è sempre lo stesso in ogni lingua del mondo.
MEDITAZIONE SUL RESPIRO
(da “Il sentiero della terra” – Starhawk – ed.Venexia)
Inspirate rendendo grazie agli antenati e alle grandi forze creatrici della vita ed espirate con un sentimento d’amore, felici di restituire alla natura il dono ricevuto.
L’aria che state respirando è un dono dei nostri primi antenati, risalente a miliardi di anni fa. È passata nei polmoni dei dinosauri, dei mammut e degli uomini primitivi. C’è un personaggio del passato che ammirate? In questo momento state respirando la stessa aria che respirò lui o lei e condividete la sua ispirazione. Inspirate con gratitudine, espirate con amore.
Siete afflitti da un problema che non vi dà pace, da una difficoltà che vi appare senza via d’uscita? C’è qualcosa cui avete rinunciato, vinti dalla sfiducia? Inspirate e, assorbendo la forza creatrice degli antenati e della vita, chiedetele di pervadervi e di aiutarvi a risolvere il vostro problema. Poi espirate con amore e fiducia, riconoscendo la vostra sofferenza o la vostra frustrazione, senza tentare di trasformarla in qualcos’altro ma facendo semplicemente dello spazio dentro di voi così che possiate inspirare di nuovo la forza vitale e creativa dell’aria.
Continuate finché ne sentite il bisogno, senza sforzarvi di risolvere il problema all’istante. Respirando potrete modificare le energie che lo avviluppano e fare spazio all’arrivo dell’ispirazione.
Volevo semplicemente condividere qui una lettura di ieri sera… Mi sei venuto in mente!
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bellissimo! c’è un refuso che ho notato nel testo (c’è un inspirare di ‘troppo’, invece che espirare), ma la meditazione è molto significativa… grazie tante del pensiero! 🙂
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Ok, corretto ora! 😊
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