
E se la chiave per la felicità e la realizzazione non consistesse nel modificare le nostre condizioni esterne, ma nel coltivare una profonda comprensione e apprezzamento del nostro mondo interiore?
Esiste un conflitto tra “io interiore” ed “io esterno”, ovvero il contrasto tra le aspirazioni personali e le aspettative della società, che è alla base di gran parte del nostro stress, della nostra ansia e della nostra insoddisfazione. La meditazione rappresenta uno strumento essenziale per affrontare con consapevolezza la tensione che si manifesta nella nostra quotidianità. Ma la consapevolezza e la lucidità che si sperimentano non possono essere tali se si ingabbia la meditazione in un “momento preciso”. C’è bisogno che essa estenda i propri fili all’interno della nostra quotidianità.
Vorrei condividerti, qui sotto, una pratica di consapevolezza molto semplice, che consiste nel contare i respiri. Questa tecnica è ispirata al Buddhismo Zen, ed è particolarmente utile per migliorare la concentrazione ma non solo:
- Siediti dritto su una sedia, con gli occhi chiusi se vuoi, e imposta un timer per cinque o dieci minuti.
- Fai alcuni respiri profondi dentro e fuori, e lascia che il tuo respiro torni al suo ritmo e alla sua frequenza normali.
- Alla prima espirazione, conta “1”. Alla seconda, conta “2”. Continua a contare a ogni espirazione finché non arrivi a “5”.
- Ricomincia a contare da “1” all’espirazione successiva e continua fino a 5. Continua a ripetere questo ciclo finché non sono trascorsi cinque/dieci minuti.
- Non preoccuparti se la tua mente vaga e smetti di contare, è del tutto naturale, torna semplicemente al numero 1.
- Allo stesso modo, se ti ritrovi a contare oltre il 5 va bene lo stesso. Una volta sono arrivato fino a 30 prima di rendermi conto di cosa era successo. Riporta semplicemente la tua attenzione sul respiro e ricomincia da 1.
Quando non è possibile ritagliarsi questi momenti di pratica e di silenzio, cosa si può fare? Probabilmente un punto chiave è rappresentato dal rallentare e dal percepire il momento presente. Quando stiamo pensando, la nostra mente è rivolta al passato o al futuro; per definizione non può essere nel presente, poichè quando elaboriamo un pensiero, definiamo nella nostra mente una circostanza che è accaduta nel passato o che non si è ancora verificata (futuro). Il nostro corpo, invece, che tu lo sappia (senta) o meno, è sempre nel presente. La chiave, allora, è percepire il corpo nella sua accezione positiva (piacevole) o negativa (spiacevole) senza anteporre un giudizio. Un odore, un fremito, un dolore, una gioia, tutto questo accade nel corpo e noi possiamo vivere appieno queste sensazioni quando siamo ancorati con la mente nel corpo. Purtroppo, nella nostra corsa costante verso obiettivi futuri e rimpianti passati, rischiamo di trascurare la bellezza e il valore delle esperienze attuali.
Per limitare questo automatismo/processo automatico potremmo introdurre il concetto di “piccola ma sicura felicità”, ovvero trovare gioia nelle piccole cose quotidiane. Per esempio, il profumo del caffè rappresenta qualcosa di straordinario per corroborare il nostro umore: al mattino, è proprio il momento in cui avremmo più bisogno di motivazione e stimolo per affrontare la nuova giornata; ebbene, il profumo ristoratore del caffè diventa una carezza che ci rendere grati solo per il fatto che sia possibile. Ma questo è solo uno degli innumerevoli esempi: un fiore che sboccia in primavera, il rumore della pioggia, il sorriso di un bambino, una chiamata inaspettata di un amico lontano, … tutto ciò non sono frivolezze o elementi naif, ma creano gioia e presenza consapevole all’interno delle nostre giornate “ordinarie” purchè si sia creato un substrato fertile di consapevolezza al nostro interno. Queste pratiche ci aiutano a riconnetterci con noi stessi e con ciò che ci circonda, guidandoci verso una vita più soddisfacente e meritevole di essere vissuta.
Un altro tema a cui vorrei portare una mia riflessione è l’interconnessione di tutte le cose. Questa visione del mondo influenza la nostra felicità e la sensazione di avere uno scopo nella vita. Ovviamente si tratta di un concetto antichissimo, anch’esso di matrice buddista: la comprensione dell’interdipendenza delle cose e delle persone può cambiare radicalmente la nostra visione di successo, di fallimento e delle relazioni. Riconoscendo, infatti, la nostra intrinseca connessione con gli altri e con il mondo, possiamo sviluppare maggiore compassione e trovare un significato più profondo nelle nostre vite. Questa può aiutarci a superare le difficoltà e a cogliere opportunità inaspettate di crescita.
In ultimo, vorrei affrontare anche l’importanza dell’ascolto e del potere della solitudine, ovvero creare spazi sacri per noi stessi. Questi spazi possono aiutarci a connetterci alla nostra saggezza interiore e a trovare risposte alle sfide che affrontiamo. Personalmente, da un po’ di tempo, mi sono creato una routine mattutina in cui è prevista, spesso ma non sempre, una passeggiata di circa 30 minuti che da seguito alla mia meditazione quotidiana. E’ un momento splendido: che sia caldo o freddo, scelgo di mettere il naso fuori percorrendo ad anello un tragitto sopra la collina e nel bosco vicino a casa. Ho potuto constatare di quanto sia differente la passeggiata senza smartphone. Ogni tanto, mi capita di dover resistere alla tentazione di portarmelo dietro: tante ore spento durante la notte, la curiosità di vedere cosa è successo nel frattempo… non potranno mai superare la libertà, la serenità e la presenza nel cuore grazie alla sua… assenza.
Quest’ultimo punto mi fa anche riflettere su quanto sia potente la facoltà di scelta che abbiamo nella vita: le possibilità di interpretare e rispondere alle sfide della vita accrescono notevolmente attraverso la consapevolezza che buona parte delle nostre azioni sono il frutto delle nostre scelte. Così, anche quando le cose non vanno come vorremmo, esiste sempre un’opportunità per crescere e trovare una gioia inaspettata. E così si comprende di quanto inutile sia lamentarsi, poichè la responsabilità di essere o non essere felice dipende in buona parte da noi e non dagli altri.
Spero che queste “perle di saggezza” e suggerimenti pratici possano offrirvi una prospettiva nuova su come affrontare la complessità della vita moderna. Non è affatto facile mantenere livelli alti di lucidità e di consapevolezza. Ma posso garantirti che persistenza e consistenza dello spazio e del tempo dedicato alla meditazione ti aiuteranno a trovare quella pace, quella missione di vita e realizzazione che, spero, stia anche tu cercando.
Vorrei chiudere queste lungo post con questa frase di Melody Beattie:
La gratitudine sblocca la pienezza nella vita. Trasforma la scarsità in più che sufficiente. Trasforma la negazione in accettazione, il caos in ordine, la confusione in chiarezza. Può trasformare un pasto in una festa, una casa in una dimora, uno sconosciuto in un amico.
